Le elezioni europee si avvicinano. Le strategie comunicative dei partiti stanno emergendo con chiarezza in tv, on line e anche nelle nostre città.
Le differenze di approccio sono significative di come anche la politica non di sottragga alle logiche di marketing e di “brand-identity”.
Abbiamo analizzato la comunicazione dei partiti in vista di un traguardo così importante, rilevando l’asse di coerenza (in alcuni casi molto riuscito, in altri meno) tra immagini, parole e programma elettorale. Vediamo cosa è emerso.
Le strategie comunicative dei partiti per la corsa alle elezioni
L’8 e il 9 giugno in tutte le città italiane si voterà per le elezioni europee. Le liste candidati sono già state depositate e i partiti in lizza hanno già definito le proprie strategie comunicative e soprattutto elettorali.
Già da diverse settimane le città italiane sono piene di manifesti elettorali, che promuovono i singoli candidati, i partiti o i loro leader: ogni partito ha un proprio stile comunicativo, che ripropone anche nellacomunicazione online e in televisione, e che è speculare alla strategia politica attuata nella corsa alle elezioni europee. Le strategie comunicative dei partiti indicano su quali temi politici vogliono concentrarsi per attrarre voti, e forniscono indicazioni significative sul periodo che stanno attraversando in termini di consensi e umore.
Fratelli d’Italia “Con Giorgia”.
Fratelli d’Italia, ad esempio, punta tutto sull’immagine di Giorgia Meloni, che guiderà le liste in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali del paese. Il suo volto diventerà un vero e proprio marchio elettorale: lo slogan è infatti “Con Giorgia”.
In maniera coerente, la Premier ha invitato gli elettori di Fratelli d’Italia a esprimere la propria preferenza scrivendo solo il suo nome di battesimo sulla scheda: il voto diventa così un atto di fiducia personale, in un rapporto diretto con l’elettore.
Potrebbe funzionare per dimostrare la propria forza nei rapporti interni alla maggioranza, ma se così non fosse, la sconfitta sarebbe attribuibile interamente alla Meloni.
L’anonimato ostentato del PD
Tra le strategie comunicative dei partiti, il Partito Democratico ha invece adottato quella opposta a FdI, avviando una campagna elettorale sui manifesti senza mostrare i volti dei candidati.
La comunicazione del PD risente forse dell’incertezza circa la strategia elettorale: non è ancora chiaro se la segretaria Elly Schlein sarà candidata solo nella circoscrizione centro ed isole, e se il suo nome sarà o meno incluso nel simbolo. I manifesti si concentrano su temi molto ampi: sanità pubblica, critiche alla destra per la criminalizzazione dell’immigrazione, salario minimo. Nel complesso, il messaggio appare molto generico, poco incisivo e a tratti non del tutto chiaro.
La campagna “aggressiva” della Lega.
La chiarezza al contrario non manca nella comunicazione della Lega: “Più Italia, meno Europa” è lo slogan scelto: richiama quello del 2009, “Prima l’Italia”, ma si trova ad affrontare il declino dell’onda populista.
La Lega sta vivendo un significativo calo di consensi, dal picco storico del 34% nel 2019, all’8% dei sondaggi attuali. Probabilmente per questo il partito ha adottato una campagna elettorale molto aggressiva nei toni, enfatizzando alcune delle sue battaglie più riconoscibili, incentrate sull’euroscetticismo. Una serie di manifesti utilizza lo slogan “Cambiamo l’Europa, prima che lei cambi noi”, associato a immagini forti (ad esempio Ursula von der Leyen in uniforme militare a intimare il silenzio).
La scelta della Lega è di insistere sui temi dell’estrema destra per intercettare l’elettorato di Fratelli d’Italia, che sta invece adottando toni più istituzionali. Il rischio, è che gli elettori la percepiscano come un suo “doppione”, preferendo quindi l’originale.
Forza Italia, il rassicurante Centro.
Delle strategie comunicative dei partiti, quella del dopo-Berlusconi di Forza Italia ha catturato la curiosità di tutti. Tajani è riuscito a riportato Forza Italia in corsa per diventare il secondo partito della coalizione a discapito della Lega. Lo slogan scelto dalla comunicazione di FI sintetizza perfettamente la strategia: “Una forza rassicurante al centro dell’Europa”. Tajani ha puntato sulla moderazione, cercando di occupare il mercato elettorale del centro, dove può emergere come l’unico punto di riferimento del Partito Popolare Europeo.
Per farlo, ha scelto l’immagine di Berlusconi nei manifesti elettorali, per mantenere una continuità comunicativa sfruttando un carisma e un potere attrattivo ancora enormi, nonostante la scomparsa.
Movimento Cinque Stelle contro la maggioranza
Anche il Movimento Cinque Stelle sceglie un ritorno al passato: la strategia è di presentarsi agli elettori come il vero partito alternativo all’attuale maggioranza, puntando sulla leadership di Conte e sui temi evergreen come il reddito di cittadinanza. Stop alla guerra in Ucraina e salario minimo: l’obiettivo di Conte è conquistare il massimo numero di voti tra coloro che si oppongono al centrodestra.
Il tutto, come tradizione di partito, si combatte con una serrata comunicazione esclusivamente online.
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